Rimesse solutorie: come non duplicare i costi … Potresti leggere il titolo più e più volte e non arrivare a capire cosa intendo, vero?
In realtà la questione è molto più calda di quello che sembra, ed è piuttosto tecnico. Se sei un CTP dovresti essere abbastanza attrezzato.
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Molto bene, eccola.
Si parlava del perché le rimesse solutorie possono, in fondo fino, produrre il doppio dei costi a carico del cliente.
Ti spiego.
Il tema più ricorrente quando si contesta un fido di conto corrente è senza dubbio la difesa all’eccezione di prescrizione che solleverà la banca.
Ora …
E’ chiaro ed evidente che la distinzione tra rimessa solutoria e ripristinatoria va compiuta sul “saldo rettificato” dalle illegittimità. Non dovremmo star più a discuterne, anche se noto ancora diversi quesiti che chiedono di avvalersi anche del saldo banca da proporre come ipotesi alternativa.
Hai utilizzato il saldo rettificato o consigli di farlo? Molto bene, sei in linea con la Corte di Cassazione
Hai individuato delle solutorie? Bene.
Devi passare allo step successivo. E ti domando
Come pensi di imputarle ‘ste rimesse … e a cosa?
Se non ci hai mai pensato prima, sappi che non si tratta solo di “compensarle” con gli interessi maturati in precedenza.
Questo è forse l’aspetto più delicato che andrai ad affrontare. Uno dei principali terreni di scontro con i CTU e CT di controparte.
COSA NON DEVI FARE
Prima di tutto con quelli che si limitano a creare delle colonne con il saldo progressivo delle rimesse solutorie da un lato ed il progressivo degli interessi e competenze dall’altro.
Ecco come si tolgono il problema (spero che tu non sia tra questi).
Per semplicità, imputano tout court le rimesse alle competenze fino ad esaurimento del progressivo. Senza distinguere le date di contabilizzazione né se la contabilizzazione stessa è avvenuta in “entro fido” o “extra fido”.
A che serve, per il correntista, il beneficio del “fido”?
A ben vedere, questa strategia è kamikaze perché includerà senza dubbio anche quote di interessi che non erano da considerare liquidi ed esigibili. Solo quelle annotate nell’istante in cui il saldo (rettificato) è extra fido lo sono. Le altre no.
Non sai quante volte ho sentito con le mie orecchie frasi del tipo “oltre il decennio sono addebitati interessi per x. Ma siccome nello stesso periodo ho riscontrato y>x rimesse solutorie, allora son tutte prescritte”.
Davvero può essere così semplice? A mio modesto avviso, no.
COSA PUOI (E DEVI) FARE
Il criterio finanziario istantaneo offre senza dubbio più sicurezza.
Devi solo stare attento a non commettere l’errore di duplicare dei costi a carico del correntista. Io gli chiamo i “doppi interessi”.
Se è vero infatti che gli interessi prescritti non sono recuperabili, non puoi limitarti a sottrarli dal saldo rettificato già comprensivo di interessi ricalcolati per la somma delle rimesse solutorie.
Ti faccio un esempio, giusto per intendersi.
Poniamo che dal periodo x0 a quello x1 ci sono 1.000 di interessi sull’estratto conto, che tu provvedi a stornare e ricalcolare (interessi semplici, tasso legale? Vedi tu in base ai contratti che hai).
Se nello stesso periodo riscontri anche (poniamo) 10.000 Euro di rimesse solutorie, distinte da quelle ripristinatorie, non è che i 1.000 Euro sono pagati “per forza”. Solo perché l’importo delle rimesse è più alto. O almeno, non è detto.
Nossignore.
Se quei 1.000 euro sono stati annotati quando il saldo di conto era entro fido, le “solutorie” non puoi imputarle a interessi. Solo a capitale, per riportarlo verso il limite del fido superato. In questo caso, sappi che non ci sono interessi pagati né, dunque, prescritti.
Tutto chiaro?
Bene, cambiamo scenario.
Poniamo che l’annotazione dei 1.000 euro sia avvenuta sul saldo extra fido in quel momento.
La prima rimessa successiva sarà destinata a ripianare lo scoperto che (attenzione) ricomprende anche i 1.000 euro. Questi, sì, che puoi (anzi, devi) considerarli pagati e prescritti.
Entriamo nei meriti dell’imputazione.
Dal saldo dare avere definitivo ti verrebbe naturale togliere dalle differenze in favore del correntista 1.000 euro di interessi non ripetibili, giusto?
Giusto, ma poni attenzione. Non devi limitarti a sottrarre (i 1.000), devi anche aggiungere qualcosa.
Poiché la Cassazione ci dice che il saldo dev’essere prima ricalcolato per vedere se ha superato o meno il limite fido nel tempo, significa che prima del calcolo delle rimesse hai ricalcolato un saldo.
Già comprensivo di interessi a debito e/o a credito del cliente.
Poniamo che i 1.000 euro (illegittimi) tu li abbia rideterminati in 300. Bene, questi 300 sono già ricompresi nel saldo ricalcolato. La differenza di quel periodo è di (1.000 – 300) 700, giusto?
Bene, se allora ti limiti a togliere i 1.000 prescritti dal saldo ricalcolato, sappi che questo già contiene i 300 euro che tu hai già ricalcolato e riaddebitato.
Ma i 1.000, a ben vedere, sono comprensivi anche dei 300 che tu hai riaddebitato. Quindi verrebbero tolti due volte. Infatti il “credito” prescritto è solo 700, non 1.000 (di questi 1.000, 300 gli riconosci leciti, avendoli ricalcolati)
Come risolvere la cosa?
COME NON DUPLICARE I COSTI
Non è difficile come sembra.
Va bene togliere i 1.000 dal conto finale. Abbi però cura e testa di aggiungere anche i 300, in modo da avere la differenza effettiva di 700 come indebito prescritto.
Ti dico la verità, non è un conteggio facile. Soprattutto se il periodo in cui devi valutare le rimesse solutorie, ripristinatorie e competenze prescritte è ampio.
Se usi prospetti excel, ti consiglio di creare una colonna specifica ove inserire il progressivo di interessi passivi ricalcolati in ciascun periodo di quelli coperti da rimesse solutorie.
Alla fine dei conti avrai un totale progressivo, che andrai ad aggiungere al credito finale dopo aver sottratto gli interessi prescritti.
Nell’esempio sopra, se il saldo dare avere ricalcolato è X, dovremmo togliere 1.000 ed aggiungere 300.
In questo modo, scongiuri la duplicazione di costi a carico del cliente (nell’esempio pari a 300).
E’ una piccola attenzione, che può costare caro al cliente. Anche svariate migliaia di Euro.
p.s.
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(fonte immagine: pexels.com)